Per le aziende è sempre più importante gestire al meglio il proprio e-commerce evitando sprechi, e concentrandosi sulle azioni che possono avere un impatto significativo sui ricavi e la redditività del progetto.
Quando si parla di tasso di conversione, spesso la tentazione è quella di aspettare di “rifare” il sito, perché le cose da sistemare sono tante, e mettere mano a quello che c’è non sembra la strada migliore.
Ma “rifare il sito” non è sempre la soluzione: intanto perché significa aspettare e, nel frattempo, perdere ogni giorno clienti e ordini. E poi, perché gli ostacoli che i visitatori incontrano sono la somma di tanti piccoli errori o omissioni, che possono in molti casi essere risolti con interventi mirati e veloci.
Alla base, ci deve essere una conoscenza degli utenti, del loro comportamento nel sito, e una visione chiara dei problemi che impattano sul tasso di acquisto. E queste informazioni si possono portare a galla con il giusto metodo.
E poi, bisogna darsi le giuste priorità: ci sono alcuni interventi per così dire “strutturali” che hanno certamente bisogno di tempo e – a volte – di un lavoro che parta dalle fondamenta.
Ma vedremo anche il valore, con casi studio ed esempi, di micro-ottimizzazioni, scoprendo che a volte un piccolo miglioramento può fare una grande differenza.