Grazie per questa intervista e per la partecipazione al #GEDSummit24.
La diffusione su larga scala dell’AI (Artificial Intelligence) e delle sue applicazioni sta mettendo in atto una nuova rivoluzione, che molti sostengono essere enormemente più impattante rispetto all’avvento dell’elettricità, delle telecomunicazioni e della stessa digitalizzazione. Come possono le aziende sfruttare questa grande opportunità?
La rivoluzione è già in atto e sarà, nei prossimi anni, più travolgente di quanto possiamo ora immaginare, soprattutto una volta che sarà pienamente integrato nella robotica. Le aziende hanno già modo oggi di sfruttarne il potenziale ed anzi prima si avvieranno su questo percorso e maggiore sarà il vantaggio competitivo di cui potranno godere. Le applicazioni in ambito digital sono infinite e già sotto gli occhi di tutti: AI engine, Motori conversazionali, machine learning, sono pienamente utilizzabili per il servizio clienti, il content management, la marketing automation, la gestione dei social, ma anche per moltissimi altri progetti di sviluppo commerciale ed organizzativo. Dipende tutto dalla capacità dell’agenzia cui si rivolgono le aziende. Noi della Partner & Partners abbiamo investito gli ultimi 2 anni a testare tutti i motori oggi disponibili sul mercato, e parliamo di centinaia e centinaia di applicazioni ed oggi, grazie al dipartimento R&D interno, stiamo da tempo lavorando con numerose aziende clienti come vero e proprio Artificial Marketing Intelligence Research & Development Department esterno. Cosa significa esattamente? Semplice! Significa che avviamo progetti di verifica ed esplorazione delle possibili applicazioni dell’AI nell’azienda che ci contatta. In altre parole fungiamo da dipartimento Ricerca e Sviluppo temporaneo, esternalizzato e totalmente personalizzato al business del nostro cliente.Il beneficio? Sperimentiamo per lui l’applicabilità di soluzioni in ogni ambito aziendale richiesto fino all’attivazione di nuove procedure. Qualche esempio: la composizione automatizzata mediante AI di tutti i contenuti delle collezioni prodotti per e-commerce, canale retail e distributori esteri, in tutte le lingue. Oppure per un altro cliente molto noto nel’’automazione: produzione mediante AI di render, white paper tecnici e immagini e video di applicazioni e così via.
Il “live commerce” ha già preso piede in Cina e sta prendendo piede negli USA e in molti altri mercati, che hanno compreso le potenzialità di questi eventi e l’opportunità di puntare su molte strategie tra loro sinergiche (es. influencer marketing): qui da noi conosciamo bene le televendite in diretta, cosa manca per far decollare questa opportunità?
Per quanto probabilmente triste e deplorevole, fenomeni come il successo di Luo Tianyi, la cantante cinese virtuale che ha fatto centinaia di migliaia di seguaci al mercedez-benz Arena di Shangai o le altrettanto famose Imma e Daisy, avatar influencer che su instagram cubano milioni di follower, ci stanno dando un’anticipazione importante su come nel futuro sarà più probabile che le aziende creino i loro “ologrammi” piuttosto che rivolgersi a testimonial in carne ed ossa, non fosse altro per la possibilità di disporre di una comunicazione più controllabile. La crescita esponenziale delle dinamiche di gamification con protagonisti virtuali per fasce anagrafiche di utenti sempre più trasversali, non solo per giovani smanettoni, rende più desiderabile l’implementazione di proposte digitali antropomorfiche cui far fare ciò che il brand ritiene migliore per sé e per la propria causa. Oggi con un influencer in carne e ossa non puoi controllare ogni dettaglio di ciò che quella persona farà, dirà, posterà. Invece con un influencer virtuale evoluto e ben studiato, puoi creare una community più compatta e gestire la comunicazione, senza rischiare gli scivoloni alla “Ferragni” cui abbiamo assistito negli ultimi tempi. È come trovarsi a disposizione un apostolo che dialoga con i suoi follower sui temi per te rilevanti, con la differenza che lo “muovi tu in totale autonomia, capitalizzando i costi e l’esperienza – che diventa apprendimento – del motore di AI che lo governa e che in qualsiasi momento puoi riversare dietro un’altra faccia, forma, testimonial, magari verticalizzando settori, target e cluster!
Quando parliamo di “live commerce” dunque dobbiamo oggi renderci conto che siamo oltre il modello americano e cinese di qualche anno fa!
Per questo noi di Partner & Partners offriamo già da tempo servizi come la generazione di video di presentazione con testimonial virtuali, realizzati a costo minimo o quasi zero, lo studio di characters specifici capaci di impersonificare i valori del brand, o progetti più ampi di costruzione di veri e propri fenomeni mediatici svincolati da personaggi reali e da costi connessi “a perdere” sostituendoli con i sistemi di AI, sulla quale ci siamo fatti in questi anni una gran bella esperienza che oggi mettiamo a disposizione dei nostri clienti!
Perché un visitatore del Global Summit Ecommerce & Digital dovrebbe sedersi al vostro tavolo? Cosa vi differenzia maggiormente dalle altre aziende del settore?
In questa edizione abbiamo deciso di presentarci esclusivamente con due realtà del gruppo. Crediamo infatti che i servizi canonici di realizzazione e-commerce e di gestione delle attività di corollario come SEO, SEM, ADV, Mktg Automation etc siano ormai superati e non richiedano più l’intervento di un’agenzia, perché l’AI è in grado di fare tutto da sola. Si tratta semmai di avere dalla propria agenzia una attività di consulenza “operativa” per implementare i sistemi, comprenderne le potenzialità e semmai definire Business Plan per il canale digitale capaci di disegnare scenari attendibili per il futuro della propria distribuzione on-line. Ci rivolgeremo pertanto solo alle aziende che hanno questo interesse e questa visione nelle loro corde. Non ci interessa più operare con aziende che hanno necessità di realizzare contenuti “vecchia maniera” o implementare una chatbot testuale di assistenza, per fare qualche esempio. Sono investimenti a perdere, per noi come per il cliente, che si troverà nell’arco di due anni o meno a dover rifare tutto.
Inoltre, proprio in virtù di quanto detto fino a qui, crediamo che sarà per esempio l’event marketing la “chiave di volta” del futuro. Esperienze di acquisto sempre più “a-personali”, sviluppate on-line mediante e-commerce, con testimonial virtuali e processi di interazione basati su AI richiederanno momenti “compensativi” di forte umanità ed aggregazione. Così, esattamente come il “virtuale”, dal mondo digitale entra nel mondo reale con un concerto all’Arena di Shangai (mi riferisco all’esempio di prima), allo stesso modo i brand si troveranno di fronte alla necessità di creare momenti di incontro con la marca e con i propri prodotti che siano ”umanizzati e umanizzabili”, in cui la community di consumatori si riunisce in occasioni in cui le esperienze diventano emozioni regalate dalla marca stessa e dai suoi prodotti in chiave amplificata, grazie alla “vibrazione” prodotta da un gran numero di persone che “risuonano” all’unisono di fronte allo stesso spettacolo di valori e di messaggi costruiti ad hoc per dare continuità e un “volto”, un “senso di essere” alle esperienze fatte nel mondo squisitamente olografico del web.